La Teoria Quantistica dei Campi

Scrive Giuliano Preparata nel suo libro “Dai Quark ai Cristalli” a pagina 199:

Ritengo che l’inaccettabile soggettivismo che permea l’interpretazione generalmente accettata della meccanica quantistica, basata sulle idee di Niels Bohr e della scuola di Copenaghen, abbia un’unica ragione: la meccanica quantistica non è una teoria completa della realtà. Per completarla non occorre, come pensava Einstein, aggiungere nuove variabili, i «parametri nascosti»: questa strada è stata sbarrata definitivamente dai lavori dell’inglese John Bell il quale, nella metà degli anni settanta, dimostrò che essa conduceva a una descrizione erronea della realtà quantistica. Per completarla basta abbandonarla e ammettere la TQC (Teoria Quantistica dei Campi) come unica descrizione della realtà, di cui la meccanica quantistica è una approssimazione o schematizzazione, limitata all’analisi di processi quantistici in regioni spazio-temporali arbitrariamente delimitate, dove con buo- na probabilità si trova un singolo quanto del relativo campo d’onda materiale. Non c’è quindi da meravigliarsi se, prendendo queste approssimazioni come una rappresentazione completa della realtà fisica, si incappa in insostenibili paradossi e per addomesticare il gatto di Schrödinger, per dissolvere il paradosso di Einstein, Rosen e Podol’skij, per violare le disuguaglianze di Bell ci si deve rifugiare nel più comodo mondo del soggettivismo, dove il rigore di una realtà irraggiungibile viene sostituito dalla permissività di un gioco di società.”

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